sabato 27 febbraio 2010

non è mai troppo tardi per avere successo nella vita



sei insoddisfatto della tua operatività?
pensi che hai qualcosa da rivedere nella tua metodologia?
non è un problema: non è mai troppo tardi!

vedi un po' cosa è capitato alla simpatica vecchietta cubana!

Pittrice, ha visto la sua carriera decollare alla veneranda età di 94 anni. L’artista ha dipinto per tutta la sua vita creazioni astratte ma è riuscita a vendere un dipinto solamente nel 2004 quando aveva già 89 anni. Da quel momento i collezionisti americani non hanno mai smesso di acquistare avidamente le sue opere.
In men che non si dica la pittrice si è ritrovata all’interno dei più grandi musei statunitensi ed ha inoltre ricevuto un importante riconoscimento dal direttore del Walker Art Center di Minneapolis. Lo scorso hanno il MoMa ha incluso Carmen Herrera tra il pantheon degli artisti latinoamericani in mostra e la scorsa estate, durante una retrospettiva nel Regno Unito, il quotidiano londinese The Observer ha salutato l’artista come la più grande scoperta degli ultimi dieci anni, chiedendo e chiedendosi:” Come abbiamo fatto a non vedere queste bellissime composizioni?”. In poche parole la favola della pittrice casalinga è divenuta realtà in un era dove si cercano sempre più giovani artisti da trasformare in personaggi dello spettacolo ed in macchine per far soldi. Eppure anche dopo il clamoroso successo Carmen Herrera (attualmente costretta sulla sedia a rotelle per ovvie ragioni d’età) non si è montata la testa, l’arzilla vecchietta ha infatti dichiarato: “Dipingo da sempre e continuerò a farlo semplicemente perchè devo farlo. E’ una sorta di bisogno, un gesto compulsivo che mi dona grande piacere. Nella mia vita non ho mai pensato all’arte come una maniera per far soldi e trovo che la fama sia una cosa molto volgare. Così ho semplicemente lavorato ed aspettato. Adesso alla fine della mia vita sto ricevendo molti riconoscimenti e grande attenzione con mio stupore e piacere.”

Un paio di mostre in vent´anni, neppure un quadro venduto. Un record, per un´artista che aveva cominciato a dipingere negli anni ´30. Un record che rischiava di somigliare a una maledizione, malgrado per promuoverla avesse fatto salti mortali il suo maritino, Jesse Loewenthal. E qui, come in una matriosca, la storia si schiude in un´altra storia: perché chi era il miglior amico del marito di Carmen? Frank McCourt, insegnante di inglese come lui, anche lui rimasto un professore felice e sconosciuto fino alla veneranda età di 66 anni, quando pubblicò Le Ceneri di Angela...
Ora gli amici dicono che è Jesse, che è morto nel 2000, che dalla sua nuvoletta lassù ha orchestrato tutto questo ambaradan. Ma la storia, più terra terra, è un´altra. È il 2004 e Frederico Sève, proprietario della Latin Collector Gallery di Manhattan, sta contrattando l´acquisto delle opere di un´artista, donna, specializzata in arte astratta e pubblicizzatissima. «Una signora che tratta arte astratta? Dovresti conoscere Carmen Herrera», gli fa a cena Tony Bechara, un altro pittore amico da una vita della signora. È la svolta, come in un film: il collezionista si appassiona all´artista, altri lo seguono, i pezzi rimasti invenduti vengono affissi ai muri dei musei più prestigiosi e la storia dell´arte iscrive Carmen nell´albo d´oro dei pittori dell´America Latina, accanto a Diego Rivera e Frida Khalo.
La cosa più bella è che lei, Carmen, adesso se la ride. Nata a Cuba, svezzata a Parigi, poi approdata a New York, nella sua casa di Midtown, Manhattan, continua a ricevere gli amici di sempre con in mano un calice di champagne. Perfino la riconoscenza nei confronti di Tony Bechara è intrisa di ironia. «Noi a Porto Rico abbiamo un modo di dire» suggerisce il pittore al New York Times: «La guaga, cioè l´autobus, arriva sempre per chi ha la pazienza di aspettare». E lei, la Carmen: «Beh, Tony, io sono stata a quella fermata per 94 anni!».

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