martedì 17 luglio 2007

tenaris analisi


come sappiamo il report di Credit Suisse con declassamento ad underperform e TP a 18,75 dal precedente a 20,2 ha innescato la discesa dei corsi per Tenaris

alla stregua di quanto abbiamo fatto per Carraro e Saipem analizziamo un po' di numeri anche per Tenaris, per capire se l'allarme lanciato da CS è concreto


PROFILO SOCIETA'

Tenaris è il maggiore produttore mondiale di tubi senza saldatura con una quota di mercato di circa il 30%. Il gruppo ha stabilimenti produttivi in Argentina, Brasile, Messico, Italia, Giappone, Venezuela, Canada con una capacità produttiva di circa 3,1 milioni di tonnellate annue di tubi senza saldatura e 850mila tonnellate annue di tubi saldati. I segmenti di mercato a cui la società si rivolge sono quelli degli oil services, della costruzione di pipelines, della costruzione di raffinerie e impianti petrolchimici e il settore industriale manifatturiero (soprattutto industria automobilistica). La maggior parte delle vendite è comunque concentrata nei primi due settori. Azionista di maggioranza è la famiglia Rocca con il 60%.

La società si è costituita nel 2002, come aggregazione di una pluralità di imprese già esistenti che opera a livello nazionale su svariati paesi e continenti, ne fanno parte integrante l’italiana Dalmine, le argentine Siderea e Siat, la messicana Tamsa, la giapponese NKKTubes, la canadese AlgomaTubes, la venezuelana Tavsa e la brasiliana Confab. Il 17 dicembre 2002 Tenaris è quotata alle Borse di New York, Milano, Città del Messico e Buenos Aires. La compagnia offre un'ampia varietà di prodotti e servizi orientata a soddisfare le esigenze dell'industria meccanica attraverso la produzione di un’ampia gamma di tubi senza saldatura; dell’industria petrolifera attraverso la produzione di tubi di rivestimento (Casing) e di pompaggio (Tubing) con diametro esterno da 1,9" fino a 28"; dell' automotive; dell'industria chimica, petrolchimica e produzione dell'energia per mezzo della produzione di una vasta gamma di tubi a caldo e trafilati a freddo destinati alla costruzione di caldaie, scambiatori di calore, condensatori ed altri apparati destinati allo scambio termico; inoltre è leader nella produzione di recipienti per gas compressi.


La corsa per l’oro nero spinge il fatturato - La continua e crescente domanda di petrolio ha spinto le major del petrolio ad aumentare in maniera significativa gli investimenti, alla ricerca di nuovi giacimenti o a un miglior sfruttamento di quelli già esistenti. Il caro petrolio ha anche convinto le oil company a sfruttare meglio altre fonti di energia in particolare i giacimenti di gas, programmando la costruzione di nuovi gasdotti. I primi beneficiari delle nuove strategie sono proprio i fornitori di impiantistica fra questi Tenaris , maggiore produttore mondiale di tubi senza saldatura con una quota di mercato di circa il 30%

Gasoducto del Sur - I paesi del Mercosur, l'unione doganale che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Venezuela, hanno dato il via libera al progetto per la costruzione del Gasoducto del Sur per portare il gas dal Venezuela all’Argentina passando attraverso il Brasile. Il mega-gasdotto rappresenta un investimento chiave per l’integrazione energetica del Sudamerica, avrà una lunghezza di oltre 8mila km, una capacità di 50 miliardi di metri cubi all’anno e per costruirlo saranno utilizzati circa 4 milioni di tonnellate di tubi. L’investimento previsto è pari a oltre 20 miliardi di dollari, sarà realizzato dalle compagnie statali Petrobras e Pdvsa.

Tenaris nel 2006 ha venduto nel mercato latino-americano tubi a un prezzo medio di 1.700 dollari la tonnellata. Considerando che il prezzo dei tubi per i gasdotti è minore, pari a circa 1.300-1.500 l’intera commessa per Tenaris potrebbe valere tra i 5 e i 6 miliardi, circa il 66% di tutte le vendite attese nel 2006.



Il 6 giugno 2007 c’è stata l’assemblea degli azionisti per ratificare il bilancio 2006:

Ancora risultati in forte crescita per il gruppo Tenaris , leader nella produzione di tubi di acciaio senza saldatura per il settore petrolifero, grazie alle buone condizioni di mercato e al posizionamento che Tenaris ha saputo raggiungere nel corso degli anni. Le stime per la gestione corrente indicano un mercato ancora in crescita, anche se probabilmente a tassi inferiori rispetto al trend evidenziato negli ultimi anni. Negli ultimi mesi il gruppo ha ulteriormente rafforzato la sua posizione competitiva con le recenti acquisizioni sul mercato americano della Maverick e della Hydril, anche con lo scopo di presidiare direttamente il mercato statunitense. Prima di passare all'analisi dei conti, ricordiamo che i risultati del 2006 riflettono il consolidamento della già citata Maverick Tube Corporation acquisita lo scorso 5 ottobre e la cessione dal 1° dicembre 2006 della partecipazione di maggioranza in Dalmine Energie. In un contesto di mercato caratterizzato da una domanda globale di petrolio e gas in continua crescita che favorisce l'attività di perforazione, i ricavi netti della gestione 2006 sono saliti del 24,4% a 7.728 milioni di dollari. Analizzando il contributo dei singoli settori, i ricavi netti dei prodotti tubolari e servizi evidenziano un incremento del 33% a 6.824 milioni, principalmente per effetto dei maggiori prezzi medi di vendita e per l'incorporazione delle vendite dell'attività ex Maverick nell'ultimo trimestre. Significativa la crescita registrata in Medio Oriente e in Africa per la forte domanda di connessioni TenarisBlue premium e di altri prodotti speciali e servizi OCTG, soprattutto in Arabia Saudita e più in generale in tutta l'area dove si registra un notevole incremento degli investimenti nelle attività di perforazione del petrolio e del gas. In Nord America, escludendo il contributo dell'acquisizione, il gruppo ha registrato una diminuzione delle vendite principalmente per una domanda inferiore di prodotti e servizi OCTG in Messico, oltre alle minori vendite di prodotti line pipe per la costruzione di raffinerie e centrali elettriche alle società di engineering negli Usa e in Canada. In Sud America i maggiori prezzi medi di vendita hanno compensato le minori vendite di prodotti OCTG in Venezuela, mentre in Europa sono salite le vendite di prodotti line pipe ai costruttori di centrali di produzione energetica e di prodotti e servizi per il Mare del Nord, a fronte di un calo delle vendite di tubi ai clienti industriali e del settore automotive. La dinamica dei ricavi si è riflessa sul risultato operativo del settore, salito del 57% a 2.670 milioni, con una redditività in miglioramento dal 33% al 39%. I ricavi dei tubi per i progetti pipeline sono invece scesi del 43% a 453 milioni per i minori volumi di vendita. La domanda di tubi per i gasdotti in Sud America nel corso dell'anno ha infatti risentito dei ritardi subiti nei grandi progetti di gasdotti in Brasile e Argentina. Pertanto, nonostante l'aumento delle vendite per i progetti di pipeline in Nord America e Africa, il settore Progetti ha registrato una significativa diminuzione nelle spedizioni e nei margini con un risultato operativo in flessione del 69% a 56,3 milioni. In aumento anche i ricavi degli altri prodotti e servizi, che comprendono i risultati della divisione prodotti elettrici ex Maverick (+52% a 450 milioni) a fronte di un risultato operativo pari a 65,7 milioni (+1%). Tornando ai conti consolidati, l'utile lordo industriale è salito del 38% a 3.844 milioni, dinamica replicata dal risultato operativo, in aumento del 43,5% a 2.792 milioni dopo spese di vendita, generali e amministrative salite del 26,7% a 1.055 milioni anche in seguito ai maggiori ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali, relativi principalmente alle attività acquisite con l'integrazione di Maverick. Il risultato netto (+52,3% a 1.945 milioni) beneficia inoltre del forte calo del saldo negativo della gestione finanziaria (da 108,6 a 5 milioni), che include interessi passivi netti in aumento da 28,8 a 31,8 milioni e altri proventi e oneri finanziari positivi per 26,8 milioni (-79,8 milioni nel 2005), relativi principalmente a proventi e oneri su operazioni di cambio e al fair value dei derivati. L'indebitamento finanziario netto è salito da 183 a 2.095 milioni per la citata acquisizione.
Distribuzione degli utili. Il Cda propone la distribuzione di un dividendo pari a 0,30 dollari per azione in pagamento dal 21 giugno, per complessivi 354 milioni di dollari.


Il coraggio di Tenaris
Il settore - infrastrutture per il comparto petrolifero - non è certo tra i più «glamour» mentre la famiglia di controllo - i Rocca - si tiene scrupolosamente distante dai cosiddetti «salotti buoni» della finanza. Ed è forse per questo che non sempre il nome di Tenaris compare in primo piano quando si enumerano i casi di successo di aziende italiane nel mondo. Il gruppo, invero, è uno dei pochi realmente globali che possiamo vantare, quotato su quattro listini, forte di 23.500 dipendenti con attività sparse in tutto il mondo, capace di grandi acquisizioni anche a distanza ravvicinata nel tempo. Dopo il blitz da 3,2 miliardi di dollari dello scorso ottobre sulla statunitense Maverick, il gruppo guidato da Paolo Rocca concede il bis e a pochi mesi di distanza rileva per 2,1 miliardi Hydril, società storica del settore petrolifero negli Usa, considerato uno dei gruppi più avanzati dal punto di vista tecnologico. «Non è il dollaro debole - spiega Rocca - a spingerci allo shopping, ma la volontà di investire nelle punte avanzate di innovazione». Una scelta, quella di investire senza lesinare risorse, che è forse l'unica strada di fronte alla concorrenza globale.


Un'intervista che è stata fatta a Paolo Rocca, il boss di Tenaris, il 14-2-2007
Intervista nella quale viene spiegata l’importanza strategica dell’acquisizione di maverick ed hydril:


“Più forti negli Usa e cresceremo ancora"

«Ora siamo più forti negli Stati Uniti e meglio posizionati nel segmento di alta tecnologia del comparto petrolifero che volevamo presidiare». Paolo Rocca, 55 anni, presidente di Tenaris , è ancora a Houston, dopo aver siglato l'accordo per l'acquisto di Hydril , leader Usa nel settore dei giunti e dei prodotti utilizzati per le perforazioni di gas e petrolio ad alta profondità. Un gruppo storico nel mercato Usa, fondato nel 1922 e controllato, finora, dalla famiglia Seaver, giunta ormai alla terza generazione all'interno della società.
L'investimento, 2,1 miliardi di dollari, segue di pochi mesi un'altra importante acquisizione in nordamerica, quella di Maverick , chiusa lo scorso ottobre dal gruppo per 3,2 miliardi di dollari. «Si tratta di due operazioni molto importanti - spiega Rocca - che ci consentono di realizzare diversi obiettivi strategici. La presenza diretta in Usa ci consente di non essere penalizzati dalle norme anti-dumping stabilite nel 1995 sulle importazioni da paesi come Messico e Argentina, dove abbiamo una presenza importante ma è soprattutto una scelta che ci offre una posizione di leadership nel mercato che rappresenta da solo il 40% della domanda di infrastrutture nel settore petrolifero. Essere forti qui è fondamentale, e lo è in misura maggiore se ci consente di completare il nostro portafoglio di attività. Con Maverick eravamo cresciuti nei prodotti relativamente semplici, utilizzati per perforazioni fino a 2mila metri, con Hydril entriamo nel settore delle grandi profondità. C'è un grande contenuto tecnologico in questa acquisizione e la possibilità di trovare grandi sinergie».
Rocca spiega che la relativa debolezza del dollaro rispetto all'euro non ha rappresentato un incentivo particolare all'acquisizione, mentre le valutazioni prospettiche del petrolio hanno avuto un valore maggiore nella scelta. «Il prezzo del petrolio e del gas è un parametro importante per valutare le scelte di investimento. Ora i valori si sono assestati al di sotto dei picchi del 2006 e io francamente non ritengo possibile un ritorno ai livelli di metà degli anni '90 oppure del 2002, penso che la domanda di energia nel mondo resterà sostenuta nel medio-lungo termine».
Tenaris ha specificato che l'acquisizione verrà realizzata in parte utilizzando la liquidità disponibile, in parte attraverso linee di credito già concordate. E per Rocca la struttura finanziaria non rappresenta un problema. «Il nostro cash-flow è strutturalmente molto importante e anche con questa operazione avremo un indebitamento in linea con l'ebitda. Mi pare un limite più che accettabile per realizzare un'operazione di questa portata. Ieri il nostro titolo si è ripreso, dopo la frenata di lunedì. Certo, per la società abbiamo dovuto pagare un premio rispetto alle quotazioni di Borsa, ma questo mi pare inevitabile per poter convincere gli azionisti a vendere».
E in tema di vendita, Rocca smentisce con fermezza la possibilità che la famiglia possa passare la mano e cedere la quota di controllo di Tenaris, ipotesi rilanciata più volte negli ultimi mesi da voci di interesse da parte di colossi come la russa Gazprom o la francese Vallourec. «La famiglia - taglia corto Rocca - non ha alcuna intenzione di vendere e non abbiamo avuto alcun contatto in questo senso».
Il futuro a breve per la società è orientato al consolidamento delle acquisizioni realizzate e per il momento, chiarisce Rocca non ci sono altre operazioni straordinarie allo studio sul fronte delle acquisizioni.
Per il futuro, però, gli obiettivi restano ambiziosi e Rocca ricorda il target principale, cioè essere la prima società al mondo in tutte le componenti del settore dei prodotti e servizi nell'Oil&Gas. «Per fare questo - conclude - dobbiamo continuare a guardare al mercato globale per posizionarci là dove esiste innovazione tecnologica. Lo abbiamo fatto con Maverick e Hydril, continueremo su questa strada in futuro».

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