sabato 14 luglio 2007

il trend



Il trend: una tendenza al rialzo è identificata da massimi e minimi crescenti; al contrario una tendenza al ribasso è caratterizzata da minimi e massimi in progressivo declino.

Il primo segnale di una possibile inversione di tendenza sarà dato dal fallimento del mercato nel creare un nuovo massimo (minimo) più alto (basso) di quello precedente. Nella figura in basso a destra viene evidenziata un'ipotetica fase di rialzo contraddistinta da tre massimi e tre minimi crescenti; dopo il terzo declino l'indice risale senza però riuscire a superare il suo terzo massimo. Ma se questo fattore indica una minore forza del mercato nel proseguire il suo trend, ciò non è sufficiente per determinare un'inversione di tendenza. Solo se il declino che segue porta l'indice al di sotto del minimo precedentemente raggiunto (punto a), viene confermata la tendenza orso del mercato.

L'interpretazione di un segnale di inversione di tendenza risulta molto più affidabile se, oltre agli eventi di cui sopra, si nota un comportamento del volume delle contrattazioni coerente con la nuova fase di mercato; inoltre la probabilità di inversione di una tendenza primaria è maggiore se il mercato è già stato soggetto ad una fase di accumulazione o distribuzione, caratterizzate da volumi di contrattazione che lievitano notevolmente. Nella figura in basso a destra sono riportate le varie fasi di sviuluppo del mercato secondo la teoria di Dow.


Relazione tra prezzi e volumi: la situazione normale è quella in cui il volume degli scambi si espande durante un bull market e si contrae durante un bear market (volume concordante). Quando questo non avviene (volume discordante), viene generato un possibile segnale di inversione di tendenza. Questo principio dovrebbe essere utilizzato però solo come indicazione aggiuntiva in un’analisi completa e dettagliata del ciclo di mercato.


Costruzione di una trendline e sua affidabilità: Si costruisce una linea di tendenza rialzista, detta anche linea di supporto dinamico, attraverso l’opportuna congiunzione di due o più minimi ascendenti. Allo stesso modo si costruisce una linea di tendenza ribassista, denominata anche linea di resistenza dinamica, attraverso la congiunzione di due o più massimi discendenti. Quando una trendline viene rotta al ribasso o al rialzo è possibile tracciarne una inclinata in senso inverso per delimitare la nuova tendenza. Il consolidamento e l’affidabilità di una trendline è tanto maggiore quanto più elevato è il numero di volte che viene toccata: la significatività di una trendline aumenta alla formazione di un terzo punto di contatto a cui segue una reazione nella direzione del trend primario (si dice che ne viene confermata la validità). L’utilizzo di grafici in scala logaritmica può essere molto utile per tracciare delle linee di tendenza più significative; in realtà la scala grafica ha una certa importanza solo per l’analisi di lungo periodo, poiché nel breve e medio periodo l’inclinazione della trendline risente poco della scala. Le linee di tendenza si dimostrano essere un utile strumento operativo per l’apertura di posizioni: una trendline rialzista è anche una linea di supporto dinamico, valida dunque per acquisti ogni qual volta i prezzi si ritrovano a ridosso della stessa. Esistono peraltro anche speculatori che incrementano le proprie posizioni lunghe sulla linea di tendenza e liquidano le posizioni corte assunte attorno al precedente massimo relativo. Considerazioni analoghe, ma interpretabili specularmente, valgono per una bearish trendline; una linea di tendenza ribassista indicherà infatti una serie di punti per l’apertura di posizioni corte, trattandosi di una linea di resistenza dinamica. A prescindere comunque dall’operatività di trading, l’analisi delle linee di tendenza permette di monitorare costantemente l’evoluzione del movimento di mercato. E’ individuabile un rafforzamento della tendenza al rialzo (al ribasso) quando si verificano minimi (massimi) relativi superiori (inferiori) rispetto a quelli identificati dalla retta tendenziale. L’indebolimento della tendenza è al contrario segnalato da temporanee perforazioni della retta di supporto o resistenza dinamica. Entrambe le eventualità implicano evidentemente la necessità di provvedere alla ridefinizione delle trendlines.


Breakout: quando viene identificato il definitivo breakout della linea di supporto o di resistenza prende avvio una nuova fase di mercato. Il breakout di una trendline con una inclinazione leggera è molto più significativo di un breakout di una trendline con inclinazione elevata, in quanto nell’ultimo caso è molto facile che i prezzi ritracciando violino la linea di tendenza che conteneva il movimento principale. Ovviamente perché il breakout sia significativo è necessario che sia accompagnato da un aumento dei volumi. E’ importante sottolineare come la rottura di una trendline, pur segnando la fine – o almeno una pausa – del trend in atto, non implica automaticamente l’inversione del trend. Dopo un trend, rialzista o ribassista che sia, potrebbe iniziare infatti una fase di congestione, un movimento laterale, in genere caratterizzato da bassi volumi.

Pullback: un evento piuttosto frequente che segue il break out di una trendline è la temporanea ripresa dei corsi verso tale linea di tendenza, provocata da azioni di redistribuzione o riaccumulazione. Il movimento correttivo che ne scaturisce è denominato pullback e tende a confermare il nuovo ruolo assunto da supporti e resistenze. Il fenomeno del pullback contribuisce certamente ad aumentare la significatività del segnale d’inversione fornito dal breakout. Si osservi il seguente grafico: dopo il breakout della trendline ribassista il ritorno dei corsi verso la stessa trendline ha configurato un bell’esempio di pullback, che ha dato definitivamente inizio alla nuova tendenza bullish, ben approssimata del resto da una retta crescente congiungente minimi progressivamente più elevati


Fase trending e fase trading: è fondamentale comprendere se il mercato è in una fase trending (rialzista o ribassista) oppure in una fase trading (movimento laterale), e non è sempre così facile capirlo: una rottura di una trendline rialzista potrebbe essere una semplice correzione o l’inizio di una pausa nel movimento principale, ma potrebbe essere anche l’inizio di un trend ribassista. L’operatività nelle fasi trending è completamente diversa dall’operatività nelle fasi trading.
Se il mercato è in trend positivo l’obiettivo è di cavalcare il trend con posizioni “lunghe” (si dice che bisogna “comprare la forza): in tal caso ogni nuovo rialzo è un segnale di acquisto ed ogni storno un’occasione per aumentare le proprie posizioni. Tale strategia, detta pyramiding, consiste nell’accumulazione graduale di posizioni nella direzione del trend ed è cosa ben diversa dal “mediare in perdita”, ovvero dall’aumentare l’esposizione su un titolo che sta scendendo ed è in perdita potenziale per abbassarne il prezzo di carico. Il pyramiding è un “mediare in utile” cavalcando il trend, mentre “mediare in perdita” significa andare contro il trend.

Se il mercato è in un trend negativo, bisogna liquidare le posizioni lunghe ed andare “corti” (ad esempio acquistando put options oppure vendendo il future): ogni rialzo è un’occasione di vendita ed ogni nuovo ribasso è una conferma del trend ed un invito a vendere (si dice che bisogna “vendere la debolezza”).

Se il mercato è senza direzionalità, in congestione laterale, si può privare a “giocare” il range, acquistando nella parte bassa – il 25% inferiore - (acquistando la debolezza) e vendendo nella parte alta – il 25% superiore - (vendendo la forza). Se la fase di congestione si protrae per un lungo periodo questa operatività può essere molto vantaggiosa. Bisogna però ricordare che operare in tali fasi di mercato richiede ancora più esperienza che nelle fasi trending, perché più numerosi sono i falsi segnali. Quando i prezzi usciranno dalla fase di congestione – meglio se con volumi alti – potrà iniziare un nuovo trend, quindi bisognerà immediatamente chiudere le posizioni in essere e girarsi nella nuova direzione.

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